Maggiori controlli e maggiori poteri all’Ispettorato Nazionale del Lavoro
E’ fresca la nomina del magistrato Bruno Giordano come capo dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro e già dalle prime dichiarazioni si denota una situazione di criticità che riguarda sia la reale applicazione delle normative sulla sicurezza sul lavoro nelle imprese, sia i poteri e la capacità delle Autorità di controllo per far rispettare dette normative.
Le azioni di verifica e sanzionatorie sono rese complesse ed a volte inadeguate per via dell’alto numero di soggetti investiti dall’autorità ispettiva e della mancanza di un data base comune che permetta lo scambio di dati tra le diverse agenzie, enti pubblici ed ASL e proprio nelle ASL territoriali è ancora forte l’impronta di orientamenti politici diversi più o meno permessivi in caso di inadempienze. Il nuovo capo del INL infatti arriva ad auspicare di riuscire ad accorpare le funzioni ispettive di INPS, INAIL e INL al fine di razionalizzare i controlli ed evitare ingerenze e sovrapposizioni inutili; quanto indicato dal dottor Giordano è in effetti già previsto dal decreto denominato Jobs Act ma in assenza dei decreti attuativi e delle coperture finanziarie, rimane un provvedimento valido solo sulla carta. Come ultima analisi il Magistrato affronta anche la situazione dell’organico operativo presso i vari enti che si occupa di controlli, rilevando come l’attuale carenza, non faccia altro che indebolire l’azione di verifica: nelle ASL si è vista una diminuzione del 50% degli ispettori negli ultimi 10 anni e dei 2000 ispettori promessi dal Ministro Orlando ne sono entrati in servizio circa 800.
Parole di rimprovero arrivano anche in direzione delle imprese e della cultura della sicurezza, vista secondo il magistrato non come un investimento, ma come un costo un elemento di poca importanza che bisogna cercare di ridurre. Oltre il 70% dei controlli fatti nelle aziende di ogni ordine e grado evidenza irregolarità, a questo si aggiungano circa 500.000 infortuni sul lavoro e circa 1.000 decessi sul lavoro ogni anno; per avere l’idea della situazione drammatica in cui versiamo.
E come si fa a non concordare con la richiesta del dottor Giordano di maggiori poteri per la chiusura delle società che non ottemperano alla normativa sulla sicurezza, arrivando fino a chiedere la creazione di una procura nazionale unica per questa tipologia di reato? Chi lavora ed opera nel settore della sicurezza è ormai abituato a vedere aziende che la Valutazione dei Rischi non sanno nemmeno cosa sia; dispositivi di protezione che non vengono distribuiti o se vengono distribuiti sono vecchi ed inadeguati; attestati per i corsi obbligatori che se va bene sono scaduti e se va male sono falsi, con datori di lavoro che al posto che erogare i corsi, anche fatti in maniera gratuita, preferiscono comprare un attestato. Certo sarà anche solo una piccola parte delle imprese quella che arriva ad infrangere consapevolmente la legge, ma quel 70% di controlli irregolari, deve far accendere un campanello di allarme.