ANAC sui Fondi Paritetici Interprofessionali
Il 15 gennaio 2016 il Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) Raffaele Cantone ha inviato una Lettera indirizzata al Ministro Poletti (Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali che traccia una importante linea guida o autorevole interpretazione sulla natura dei Fondi Paritetici Interprofessionali per la formazione continua e sulla correlata applicabilità del codice degli appalti vigente in Italia per gli Enti/Organismi di natura Pubblica.
L’ANAC infatti ad opera del proprio Presidente prova a tracciare una linea nell’annoso dibattito, aperto ormai da diversi anni che riguarda la natura dei Fondi Paritetici, nati come Enti di diritto privato dalla Leg. 388/00 che da la possibilità ad Associazioni di Categoria e Sindacati di base di istituire tali Fondi in funzione di appositi accordi confederali, con diverse argomentazioni di natura tecnica riguardanti il controllo e l’autorizzazione pubblica a cui i fondi sono soggetti, la natura stessa di parte dei finanziamenti e l’istituzione in vista di interessi generali l’ANAC attribuisce ai Fondi la natura di Organismi di Diritto Pubblico, imponendo così a proprio avviso l’utilizzo del Codice dei contatti Pubblici e di conseguenza la sorveglianza dell’ANAC stessa sull’operato dei Fondi Paritetici, che ricordiamo sono già sotto vigilanza diretta del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, direttamente e tramite Revisori e Certificatori privati e ben presto sotto il coordinamento della ANPAL (Agenzia Nazionale delle Politiche Attive per il Lavoro).
Sembra proprio quindi che L’Agenzia Complicazione Affari Semplici si sia messa di nuovo all’opera per aggiungere un po’ di impedimenti, burocrazia e pratiche a qualcosa che evidentemente rischiava di funzionare in modo troppo snello ed efficiente per il nostro Paese.
Ci duole ricordare che l’Italia, secondo le stime della Banca Mondiale e di Transparency Interational è il Paese con il tasso di corruzione più altro in Europa e tra i Paesi industrializzati, con un relativo danno per l’economia nazionale di decine e decine di miliardi; siamo proprio sicuri quindi che la priorità della Autorità Nazionale Anticorruzione debba essere la determinazione della natura dei Fondi Paritetici Interprofessionali?
Probabilmente l’ennesimo cambiamento senza contenuti di “gattopardiana memoria” è in atto, “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi” scriveva Tomasi di Lampedusa, e mentre vediamo titoloni che si sprecano su come vengono usati “bene” i fondi pubblici per la formazione dalle Regioni e dalle Pubbliche Amministrazioni in generale con indagini aperte tal Trentino alla Sicilia, ora ci è chiaro che anche i Fondi Paritetici Interprofessionali sono assoggettati al regime di Ente Pubblico.