Indagine: Quale Percezione del Rischio dei Lavoratori Immigrati

lavoratori stranieri SFIA

Negli ultimi anni il fenomeno migratorio ha assunto rilevanza in termini quantitativi e questo ha generato la necessità di interventi mirati a favorire da un lato il processo di integrazione e dall’altro di tutela dei diritti dei lavoratori migranti.

Il Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale dell’ Inail ha realizzato un’indagine, in collaborazione con l’Università Sapienza di Roma  al fine di “individuare criticità e bisogni percepiti che possono fornire momenti di riflessione e di discussione”.

L’indagine è stata svolta in Lombardia, e sottoposta a 402 lavoratori stranieri impiegati nel settore agricolo. Il questionario deteneva delle domande in merito all’impatto sulla salute psicofisica, le condizioni lavorative, la percezione del rischio ed esposizione a fattori di rischio, la normativa di salute e sicurezza sul lavoro e sua applicazione.

Dai risultati si evince come la maggior parte degli intervistati ritiene che non siano presenti rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori o rischi di infortunio. LA quasi totalità degli intervistati non percepisce il pericolo di infortunarsi e altrettanti non percepiscono eventuali rischi chimici, biologici o di stress da lavoro-correlato.

Per quanto riguarda l’argomento salute e sicurezza sul lavoro solo una minima parte è a conoscenza dell’esistenza di una normativa ad hoc, molti altri ne sono all’oscuro e coloro che anche se in numero limitato sono a conoscenza della normativa la maggior parte considera l’azienda dove è impiegato in linea con la normativa. In questo caso sono riportate associazioni statisticamente significative con il paese di origine.

Per quanto riguarda i corsi di formazione in ambito di sicurezza alcuni (33%) dichiarano che la loro azienda organizza corsi di formazione ma molti non vi hanno mai partecipato. . Inoltre, il 3,0% afferma che l’azienda ha organizzato corsi, ma si sono presentati problemi di comprensione linguistica ed infine lo 0,7% ritiene che i corsi organizzati dall’azienda siano stati poco chiari.

Insomma si tratta di una fenomeno che va supportato nelle sue fasi, con misure che si adattino alle esigenze che emergono nel tempo in base a come le condizioni mutano.

Non è possibile definire una strategia standardizzata al fenomeno ma è importante che le strategie definite siano ad hoc, in modo continuo nel tempo al fine di favorire la massima integrazione del lavoratore straniero e soprattutto il massimo assorbimento di quella che è che una cultura organizzativa basata sui principi della salute e della sicurezza, con il fine ultimo di favorire il benessere aziendale.

 

 

 

 

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